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eCommerce, risultati e prospettive future del Fashion online

Come evolve il Fashion online? Personalizzazione dei servizi, Assistenza al cliente, Intelligenza artificiale, Promozioni allettanti, Green e sostenibilità.

I periodi di crisi, come spesso succede, celano delle opportunità. Questo è accaduto, infatti, anche per il settore dell’ecommerce che, negli ultimi due anni ha fatto registrare numeri molto incoraggianti nonostante lo scenario economico non fosse proprio dei migliori. L'innovazione digitale, la crescente globalizzazione e i cambiamenti nelle abitudini dei consumatori hanno catapultato l'industria dell’abbigliamento in uno scenario mutevole.
L'emergenza sanitaria causata dal coronavirus, poi, ha fatto da trampolino di lancio per il settore della moda dato che sempre più persone hanno accordato la loro preferenza agli shop online per acquistare articoli di abbigliamento.

Solo negli Stati Uniti, ad esempio, l’e-commerce dedicato all’abbigliamento ha rappresentato il 29,5% delle vendite al dettaglio di moda nel 2020 e solo Zalando, una delle app più diffuse, ha registrato una crescita del 32%-34% in durante il secondo trimestre del 2020.

In Italia, la situazione non è stata molto diversa, anzi. Nel 2020, il settore dell'e-commerce dedicato al fashion ha fatto registrare un +22% rispetto al 2019 con un valore di mercato di 3,9 miliardi di euro. Il mondo del fashion online, poi, passa al terzo posto tra i principali settori, subito dopo il food, eccellenza del made in Italy e il segmento rappresentato dai prodotti hi-tech.

Si tratta di risultati importanti, confermati anche da un cambiamento nelle abitudini dei consumatori che, oggi, non solo utilizzano sempre di più gli shop online per i loro acquisti di moda, ma sono anche molto soddisfatti da questa esperienza.

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L’identikit di chi preferisce gli shop online per acquistare abbigliamento

Uno studio condotto da KPI6 si è concentrato nell’analizzare il sentiment degli utenti che utilizzano gli ecommerce per i loro acquisti fashion e, inoltre, ha evidenziato alcuni insight davvero interessanti che permettono di delineare un identikit degli utenti. Nonostante il sentiment degli utenti non fosse spesso così positivo, a causa principalmente dei problemi
dovuti alla spedizione o ai resi dei capi, si è notata una forte propensione a effettuare acquisti sugli shop online.

Dall’analisi si evince che gli acquirenti dei negozi ecommerce dedicati alla moda sono per lo più giovani millennials e della generazione z, quindi con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni, principalmente donne con un buon livello di istruzione (diploma o laurea).
Solitamente, chi ama fare fare shopping online ha tra i suoi interessi la moda, il food and drink e ama uno stile di vita sano e attivo.

Da questa analisi, inoltre, è emerso che coloro che preferiscono rivolgersi a un ecommerce di abbigliamento hanno un reddito medio-basso (che va dai 15 mila euro ai 32 mila euro annui circa): questo vuol dire che, sempre più spesso, a spingere verso gli shop online è anche la voglia di trovare capi nuovi e di tendenza, ma a un prezzo conveniente che
possa essere in linea con il proprio budget. Negli ecommerce, infatti, sono spesso disponibili offerte e promozioni che non si ritrovano poi nei negozi fisici.

Ad avere maggior successo nel mondo del fashion online sono sicuramente app come Zalando, che fungono da aggregatori e permettono di accedere a un catalogo ampio di brand e prodotti, mentre sono molto apprezzati i marchi del fast fashion, come H&M e Bershka. Tra i grandi del mondo della moda gli shop online di Louis Vuitton, Versace e
Gucci sono quelli che registrano maggiori vendite.

E poi c’è Shein, un brand low cost cinese, diventato un vero e proprio fenomeno, che punta proprio su prezzi bassi, su una vasta gamma di modelli che spesso si ispirano a quelli delle grandi firme. Tra i punti di forza c’è anche la velocità con cui il catalogo Shein viene aggiornato con nuovi capi e un target di clientela piuttosto giovane. Sono gli stessi
acquirenti, poi, diventando dei micro-influencer, a promuovere i capi su piattaforme social e a far crescere il brand, tanto che l’app di Shein avrebbe superato il numero di download quella di Amazon nella categoria shop online. Non mancano aspetti negativi, come le lunghe tempistiche per la spedizione, la difficoltà nella scelta della taglia giusta e la dubbia
sostenibilità del business model Shein, ma queste sembrano passare decisamente in secondo piano rispetto ai vantaggi percepiti dagli acquirenti.

 

Cosa, e come, acquistano gli amanti del fashion negli shop online?

Se al primo posto tra gli articoli acquistati online ci sono i prodotti mass market, cioè capi di abbigliamento e accessori di uso quotidiano, non mancano però acquisti di fascia più alta, come i prodotti fashion e high fashion e gli acquisti di abbigliamento e accessori sportivi. Oltre ai capi di abbigliamento, molti utenti degli shop on line acquistano anche
scarpe, accessori, come occhiali e borse, gioielli e articoli di piccola pelletteria (borsellini, cinture, etc). Gli ecommerce, inoltre, vengono utilizzati non solo per comprare prodotti di uso personale, ma anche per fare i regali.

Sicuramente al primo posto ci sono gli ecommerce dedicati alla moda femminile, ma gli shop online di moda maschile stanno crescendo velocemente, segno che anche questo target è più interessato al fashion e propenso a fare acquisti online, sia per capi di abbigliamento che per gli accessori.

Oggi, la maggior parte di chi frequenta gli ecommerce fa acquisti dal proprio smartphone e, infatti, sono sempre più i marchi che hanno un’app dedicata che, sempre più spesso, si arricchisce di tante funzionalità aggiuntive per offrire al cliente un’ottima esperienza d’acquisto.

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Abbigliamento online: sfide attuali e prospettive future

D’altronde, i punti di debolezza del fashion online sono legati alla prova del capo e alla conoscenza del prodotto che sono, quasi sempre, i fattori chiave che vanno a influire nel processo decisionale. Ecco perché, chi vuole competere nel settore dell’abbigliamento online, deve puntare necessariamente sull’attrattività e sul proporre una buona user
experience che possa offrire qualcosa in più rispetto a quella vissuta nel negozio tradizionale. Si tratta di una sfida impegnativa, ma non impossibile, facilitata anche dalla presenza di tanti strumenti e piattaforme che rendono più semplice progettare un ecommerce da questo punto di vista.

Un ecommerce che punta ad acquisire vantaggio competitivo, quindi, dovrebbe focalizzare l’attenzione su alcuni fattori che lo differenziano dei punti vendita fisici:

  • offrire una migliore ampiezza di gamma o creare una nicchia: l’offerta di uno store online deve essere più ampia di quella disponibile nei tradizionali negozi, oppure, per essere competitiva, deve puntare a un segmento di nicchia (vai al caso di Shop online di nicchia Alberto Fasciani, stivali di equitazione); 
  • garantire una ricchezza di informazioni su vestibilità e composizione: poiché online non è possibile toccare con mano e di indossare il prodotto, un ecommerce dovrebbe fornire quanti più dettagli possibili per ovviare a questo limite;
  • proporre un acquisto guidato: le azioni di cross e up selling, così come eventuali consigli di stile e il suggerimento di abbinamenti sono fattori decisivi per guidare l’utente nel processo di acquisto;
  • puntare sulla convenienza: chi sceglie gli shop online lo fa anche perché pensa di trovare prezzi vantaggiosi e competitivi e offerte esclusive, magari destinate agli utenti registrati che sono utili anche per svuotare eventuali rimanenze del magazzino;
  • prestare attenzione alle modalità di pagamento e alla fase post-vendita: procedure di pagamento snelle e veloci, ma nello stesso tempo sicure, con condizioni di recesso e di reso semplici e vantaggiose, sono dei punti di forza, così come un servizio di assistenza celere, accessibile ed efficiente.

Se si struttura con attenzione il customer journey, ovvero quel viaggio virtuale che il consumatore fa da quando visita il sito fino all’acquisto, offrendo quindi un’esperienza di acquisto fluida, semplice ed efficace, si potrà limitare il tasso dei resi e a favorire le conversioni. Non solo online, ma grazie alla omnicanalità, ad esempio, la consumer experience permetterà all’utente di spostarsi nel suo “viaggio” in qualunque punto del percorso si trovi per un’esperienza d’acquisto fluida e integrata. Possono essere un esempio servizi di click&collect (che coniugano l’acquisto online con il ritiro del prodotto in negozio), la presenza di qr-code nei camerini dei negozi fisici che permettono di ordinare con un click una variante di colore o di taglia, così come altri servizi cross-channel.

Non mancano piattaforme ecommerce che hanno già integrato dei sistemi di intelligenza artificiale che permettono di offrire funzionalità evolute, come provare virtualmente i capi, così come brand che hanno intuito già prima di altri il vantaggio della omnicanalità.

L’esperienza dell’utente può essere costruita fin nei minimi dettagli e poter offrire una soluzione di pagamento personalizzata, fa sì che i clienti possano fidarsi e essere fiduciosi nel mantenere al sicuro le proprie informazioni personali, un dettaglio che comunica agli utenti attenzione da parte dell’azienda, proprio come se qualcuno si stesse davvero prendendo cura di loro.

Anche le condizioni di consegna e alcuni elementi come la sostenibilità ambientale, non solo del packaging, ma dell’intero processo, sono dei fattori chiavi per il successo degli ecommerce di abbigliamento.

Infatti, una ricerca condotta da Fashion Revolution nel 2020, ha evidenziato come il 33% degli intervistati accorda la sua preferenza a prodotti che rispettano l’ambiente e, per questo, circa il 66% del campione sarebbe contento di conoscere le politiche ambientali e di lavoro adottate dai singoli brand.

Il mondo dell’ecommerce legato al fashion è in continua evoluzione e solo coloro che riescono a individuare una strategia efficace per soddisfare i consumatori potranno effettivamente avere successo. Si tratta di cambiamenti che devono essere apportati velocemente, ecco perché, chi opera in questo settore deve avere un approccio dinamico e
flessibile: d'altronde, la pandemia di coronavirus ci ha insegnato che i comportamenti di acquisto tradizionali sono cambiati in modo repentino, costringendo i rivenditori fisici a trasformarsi in shop online. Un processo questo che, se non viene supportato da un’attenta pianificazione e accompagnato una strategia precisa, rischia di rivelarsi un fallimento.

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